ALL’INFERNO CON DANTE
Gli alunni della 2C in scena nella ex chiesa di San Sebastiano
Tra applausi ed elogi, sabato 6 maggio, si è concluso un importante progetto della classe seconda C della Scuola Secondaria di Belforte del Chienti. Gli studenti hanno portato avanti un percorso iniziato l’anno precedente, con il regista e attore Francesco Facciolli e la prof.ssa Monia Palombo. L’ormai consolidata tradizione del progetto teatrale nella Scuola Secondaria “S. De Magistris” si presenta come occasione imperdibile per offrire agli alunni un’esperienza in grado di migliorare la loro conoscenza del linguaggio e dello spazio teatrale, anche al fine di migliorare l’atteggiamento verso questo tipo di linguaggio artistico.
Il percorso progettuale ha previsto diverse tappe di lavoro. Nella prima parte dell’anno scolastico, presso l’aula magna, gli alunni sono stati coinvolti in esercizi atti a favorire la crescita intellettiva e psicofisica stimolando l’immaginazione, le abilità motorie ed espressive. Questa parte è finalizzata alla scoperta delle possibilità espressive e comunicative del corpo, dello sguardo e della voce, che ogni alunno affronta in modo soggettivo e che diventerà parte del patrimonio personale di ognuno.
A partire dal mese di gennaio, è cominciato un lavoro intenso ed appassionante rivolto allo studio del copione teatrale, quest’anno incentrato sul viaggio dantesco all’Inferno. La Divina Commedia è un argomento che viene analizzato a scuola proprio dalle classi di seconda e i nostri piccoli attori hanno potuto apprenderne gli avvenimenti più celebrati e conoscerne i personaggi principali in modo divertente e coinvolgente! Il copione, proposto da Francesco Facciolli, presenta le tre fiere, simbolo dei vizi capitali, che spaventano non poco Dante, ma che Virgilio riesce a fugare lanciando loro una pallina! E poi c’è il Limbo, dove Virgilio presenta i suoi autorevoli colleghi come Lucano, Ovidio, Omero, ma in versione…inedita, ovvero come componenti di una band musicale con strumenti, parrucche variopinte e occhiali da sole che rendono attuale e moderna l’esibizione del gruppo di autori classici.
Francesca e Paolo da Rimini hanno regalato un momento di poesia e di dolce tenerezza, intervallata da risate per scene di mimo, battute esilaranti e reazioni buffe di Dante che, nei momenti di forte emozione, sviene e “cade, come corpo morto cade!”. Ulisse e Diomede raccontano la loro avventura, descrivono “il folle volo” e, a loro modo, spiegano come sia importante vivere con curiosità e con la voglia di imparare e comprendere ciò che ci circonda, ovvero seguire “virtute e canoscenza”. Ciacco si esibisce in una filastrocca divertente che travolge pure il pubblico, mentre la città di Dite e l’apparizione dell’immagine di Lucifero hanno dato un momento di autorevole serietà allo spettacolo, dando spunto a riflessioni sulla ricca e intensa problematica umana.
A rendere ancora più coinvolgente il lavoro di comprensione e di abbellimento delle scene presentate nello spettacolo, ha contribuito il laboratorio artistico di Silvia Belli che ha guidato gli alunni nella realizzazione di cartelloni, creati con elementi naturali come pezzi di corteccia, lenticchie, terra, corda, rami… Le immagini rappresentano i cerchi danteschi con le figure delle scene più celebri che poi sono divenute parte della scenografia. Inoltre, il professor Fabio Tiberi ha adattato il testo della canzone “Figli delle stelle” e ha preparato i ragazzi per la performace della canzone per il finale.
Lo spettacolo si è tenuto a Belforte Alto, presso l’ex chiesa di San Sebastiano, ora sede del MIDAC (Museo Internazionale di Arte Contemporanea), grazie all’ospitalità di Alfonso Caputo.
Lo scenario era perfetto: suggestivo e seducente! Gli alunni sono stati bravissimi e disciplinati, nonostante l’agitazione e il nervosismo che inevitabilmente si crea prima di un’esibizione e la spiacevole notizia che Elisa, un’alunna della classe, non poteva partecipare perché malata. Gli spettatori hanno assistito in modo attento, divertito e partecipativo, hanno applaudito e lodato i piccoli attori e gli organizzatori dell’evento. I genitori, inoltre, hanno allestito una gustosa merenda proprio nel giardino antistante la chiesa e, a quel punto, lo spettacolo è divenuto un successo ancor più grande perché la fattiva collaborazione tra scuola e famiglia ha reso quel pomeriggio un sano momento di incontro e partecipazione alla vita scolastica.
Prof.ssa Monia Palombo
Com’a lui piacque, il collo li avvinghiai;
ed el prese di tempo e loco poste,
e quando l’ali fuoro aperte assai,
appigliò sé a le vellute coste;
di vello in vello giù discese poscia
tra ’l folto pelo e le gelate croste.
Quando noi fummo là dove la coscia
si volge, a punto in sul grosso de l’anche,
lo duca, con fatica e con angoscia,
volse la testa ov’elli avea le zanche,
e aggrappossi al pel com’om che sale,
sì che ’n inferno i’ credea tornar anche.
COME LA MIA GUIDA VOLEVA, MI TENNI STRETTO AL SUO COLLO;
VIRGILIO SCELSE QUINDI IL TEMPO ED IL LUOGO GIUSTO,
E QUANDO LE ALI SI FURONO SUFFICIENTEMENTE APERTE,
CON UN BALZO SI AGGRAPPÒ ALLE COSTOLE PELOSE DI LUCIFERO;
DI CIUFFO IN CIUFFO SCESE QUINDI LUNGO
IL SUO FOLTO PELO E LE CROSTE DI GHIACCIO CHE LO CIRCONDAVANO.
QUANDO FUMMO GIUNTI LÀ DOVE LA COSCIA
SI PIEGA, PROPRIO IN CORRISPONDENZA DELLA SPORGENZA DELL’ANCA,
IL MIO MAESTRO, CON GRANDE FATICA ED AFFANNO,
SI CAPOVOLSE, METTENDO LA TESTA LÀ DOVE PRIMA AVEVA LE GAMBE,
E SI AGGRAPPÒ AL PELO DI LUCIFERO COME PER RISALIRE,
TANTO CHE CREDETTI DI DOVER TORNARE ANCORA NELL’INFERNO.