Accogliere nel cambiamento.
La gestione dell’accoglienza nel tempo del cambiamento.
Come ogni anno, a settembre, le insegnanti della scuola dell’infanzia sono state impegnate nel preparare l’accoglienza dei bambini e delle bambine di 3 anni che per la prima volta hanno fatto il loro ingresso all’interno dell’istituzione scuola. Questo anno però, nel creare le condizioni per favorire l’inserimento dei nuovi iscritti, le insegnanti sono state anche impegnate nel predisporre questo all’interno di una cornice nuova, un contesto che ha cambiato forma, modalità, ma non l’obiettivo: la crescita e il benessere dei bambini e delle bambine.
Da questo anno scolastico infatti le scuole infanzia di questo Istituto Comprensivo hanno fatto la scelta metodologica di lavorare per sezioni eterogenee, ovvero prevedere all’interno dello stesso gruppo, bambini e bambine di età diversa.
Il bambino cresce a spese dell’ambiente.
M.Montessori
Le motivazioni che hanno portato a questa scelta sono sia di tipo organizzativo sia di tipo pedagogico, in questa sede ci soffermeremo brevemente sulle motivazioni di ordine pedagogico per poi raccontarvi come le insegnanti hanno predisposto l’accoglienza di tutti i bambini e bambine di Caldarola.
I testi legislativi a cui le insegnanti fanno riferimento nel loro operare quotidiano, indicano tra gli obiettivi della scuola dell’infanzia: lo sviluppo dell’identità individuale e la promozione di una nuova cittadinanza.
Grazie alla strutturazione del tempo scuola per sezioni eterogenee le insegnanti non solo parleranno ai bambini e alle bambine del valore di prendersi cura dell’altro, la solidarietà e cooperazione, ma i bambini e le bambine ne faranno esperienza, ogni giorno, promuovendo in modo del tutto naturale lo sviluppo delle competenze sociali che permetteranno ai bambini e alle bambine di essere cittadini e cittadine attenti all’altro, al diverso da sé, in un’ottica di integrazione e promozione delle differenze.
In quest’ottica la diversità è un valore e consentirà ad ogni bambino e ad ogni bambina di vivere in modo chiaro e coerente il suo tempo scuola e in più, in modo indiretto, senza forzature, potrà acquisire una competenza che gli consentirà di vivere come cittadino e cittadina nel mondo, rispettando ogni individuo e ciascuno nella sua unicità.
Come le insegnanti hanno favorito l’adattamento dei bambini e delle bambine al nuovo contesto?
Le insegnanti, in maniera congiunta, hanno programmato le attività dell’accoglienza cercando di promuovere nei bambini e nelle bambine che già frequentano la scuola dell’infanzia una curiosità, una spinta verso un contesto nuovo. Il primo contatto con il cambiamento doveva essere delicato, non impattante nella vita dei bambini e delle bambine, e il mezzo scelto è stato una lettera, in cui ad ogni bambino e ad ogni bambina è stato affidato un compito: questo con l’obiettivo di instillare in loro un senso di responsabilità, una spontanea curiosità verso ciò che da lì a poco si andava ad affrontare.
Perché la lettera?
In questo tempo veloce, dove gli strumenti di comunicazione connettono tutti e tutto in modo immediato, la lettera rappresenta ancora un mezzo misterioso, non sappiamo chi è il mittente finché non lo leggiamo, è uno strumento di “connessione” lento, non invadente, che entra nella vita del bambino e della bambina quando meno se lo aspettano. Prezioso, anche questa volta, l’aiuto e il sostegno dei genitori, che, leggendo la lettera ai loro bambini e bambine hanno favorito l’accompagnamento verso un “nuovo”, non ancora conosciuto.
Perché le impronte?
Le impronte rappresentano un segno reale della presenza, anche se misteriosa, di un personaggio che invita i bambini e le bambine al nuovo cammino, in cui si offre di accompagnarli. Le impronte sono il segno del passaggio, simbolicamente ognuno di noi lascia le proprie impronte lungo il proprio cammino. Come sono le nostre? Sono delicate? Oppure sono impronte marcate, che si impongono in ciò che ci circonda? Il personaggio che ancora non si “mostra” lascerà segni che permetteranno ai bambini di sentire crescere in loro la suspence, fino a rivelarsi in modo totale e chiaro.
Perché le impronte sono di diverso colore?
Ogni impronta lasciata a terra guida il bambino e la bambina nell’accesso alla propria sezione. Curioso dopo aver seguito le orme a terra, incontrerà lo sguardo dell’insegnante e dei bambini e delle bambine che condivideranno con lui il tempo scuola in questo anno scolastico.
Il contenuto della lettera
Il personaggio misterioso ha assegnato ai bambini e alle bambine un ruolo, ognuno specifico per la loro età.
Ai bambini e alle bambine di 4 anni è stato affidato il compito dell’accoglienza, attraverso un sorriso e le parole gentili; i bambini e le bambine di 5 anni sono invece stati “arruolati” come custodi dei bambini e delle bambine di 3 anni che per la prima volta fanno il loro ingresso a scuola. Ciascun bambino prenderà per mano il nuovo arrivato o al nuova arrivata e lo guiderà alla scoperta degli ambienti scolastici e delle attività che si svolgono al suo interno.
I primi giorni dell’accoglienza
I bambini e le bambine di 3 anni, suddivisi in 3 sezioni diverse, si sono inseriti in un ambiente in cui i bambini e le bambine grandi stavano vivendo gli spazi, senza confusione, in modo ordinato. Questo ha permesso anche a loro di inserirsi in un ambiente sentendosi più sicuri, “i grandi”, in questo senso, hanno svolto una funzione di accompagnamento, ambientazione e modellamento rispetto al come vivere la realtà scolastica. L’ambiente scolastico, ricco di stimoli, può “invitare” il bambino e la bambina che fanno il loro primo ingresso a scuola al disordine, s non opportunamente guidato. L’insegnante, grazie all’aiuto dei bambini più grandi, può favorire l’uso di quanto è nella stanza per poter insegnare ai bambini e alle bambine più piccole a giocare in modo ordinato, riporre le proprie cose. Il bambino e la bambina di 3 anni si sentiranno stimolati dalla presenza dei bambini più grandi e tenderanno, in modo naturale a imitarli.
L’ambiente deve essere ricco di motivi di interesse che si prestano ad attività
e invitano il bambino a condurre le proprie esperienze.
M.Montessori