Amare tutti
Ieri, 18 febbraio 2015, è venuto in classe V, a Caldarola, il signor Amedeo, un sopravvissuto della II guerra mondiale.
A 19 anni è andato a fare il militare in Grecia, a Larissa, via terra, con il treno. Da Larissa è stato trasferito a Rodi, dove, dopoché l’ammiraglio Innico Campioni si ribellò ai Tedeschi, fu fatto prigioniero. I prigionieri stavano in un campo di olivi, recintato con il filo spinato, e vivevano entro delle tende.
Da Rodi ritorna in continente e, attraversando la Grecia a piedi, passando per la Romania, la Bulgaria, arriva ai confini della Russia. Sui Carpazi con i picconi i soldati rompevano il ghiaccio per fare la linea difensiva.
Da lì viene portato in Austria a Dachau. Qui una fornace dismessa era stata trasformata in un campo di concentramento. Un giorno fu spettatore di un indimenticabile episodio, rievocandolo il quale Amedeo si commuove ancora. Una ragazza di 18 anni aveva una pistola nascosta, perché voleva uccidere un maresciallo tedesco: tutti i prigionieri furono costretti a vedere l’uccisione di quella ragazza.
Amedeo ci ha detto che è stato fortunato, perché in quella fornace, gli uomini che sapevano fare un mestiere furono adibiti a svolgerlo: lui faceva il calzolaio, mestiere che aveva imparato a Caldarola.
Nel campo conosce Mars, un comandante tedesco di origine austriaca, che si mostra buono e generoso con lui: su richiesta di Amedeo il comandante lo lascia scappare.
Dopo un giorno che girava nei dintorni viene ripreso dalla polizia “Jetnige”e viene riportato nel campo: fortunatamente la guerra è finita, ma lui malato di tubercolosi, deve restare al campo ancora 5 mesi per curarsi. Viene curato da una dottoressa russa, che era stata in Italia e conosceva la lingua italiana e lo seguì nelle cure per fargli evitare il Sanatorio.
Dopo due anni e mezzo circa di guerra e malattia, torna a casa. E’ dimagrito di 30 Kg e un caldarolese, vicino casa, gli dice di non andare direttamente dai genitori, per evitare loro una emozione troppo grande e che sarebbe andato lui ad informarli del suo arrivo. La mamma poco tempo prima era andata al Gran Sasso a piedi con la foto del figlio, perchè aveva sentito dire che c’era un Ferri disabile di guerra lì. Ma senza nessun esito.
Alla vista del figlio i genitori rimangono immobili per la felicità inaspettata e per lo stupore nel riverderlo tanto cambiato.
Amedeo ha ripetuto più volte di essere stato molto fortunato, perché nel corso della sua vicenda ha incontrato moltissime persone di diverse etnie e religioni, che lo hanno aiutato. Per questo ci ha più volte ripetuto: “Amatevi tutti e vogliatevi bene, senza differenze. La guerra è una cosa terribile e solo l’amore reciproco può farla evitare”.
Classe V
Amedeo con i bambini |