Ultima modifica: 6 Luglio 2021
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Coding e Lego Wedo 2.0 per imparare “il linguaggio delle cose” e per sviluppare il pensiero computazionale

Al termine dell’anno scolastico gli alunni delle classi prime, seconde e terze di Cessapalombo e Camporotondo di “Fiastrone” grazie al “progetto di coding e robotica Junior” si sono affacciati al pensiero computazionale con curiosità ed entusiasmo.

L’obiettivo del percorso era quello di educare i più piccoli al pensiero computazionale, che consiste nella capacità di risolvere problemi e situazioni, anche complessi, applicando la logica e la creatività, ragionando passo passo sulla strategia migliore per arrivare alla soluzione.

 Attraverso una sessione di brainstorming gli alunni sono stati invitati a riflettere su che cosa significhi programmare, su quanti oggetti programmabili facciano ormai parte della loro quotidiana; infine si sono chiesti “che cos’è un robot?” e “come funziona?”.

Durante la feconda discussione gli alunni sono giunti al concetto, come affermato da uno di loro, secondo cui “noi siamo i programmatori perché abbiamo l’intelligenza e la creatività” e che i robot sono degli esecutori, perciò hanno bisogno di istruzioni chiare e precise per poter dialogare ed eseguire le istruzioni che gli impartiamo.

Gli alunni hanno, quindi, compreso che c’è bisogno di conoscere la programmazione, “il linguaggio delle cose”, per mezzo della quale possono, assieme alla loro creatività, inventare ciò che vogliono.

Il primo modulo di apprendimento si è svolto approfondendo il linguaggio visuale (c.d. “programmazione a blocchi”), che consiste nell’utilizzo del linguaggio tipico dei sistemi robotici (le istruzioni vengono impartite, appunto, per step, blocchi e sono eseguite in modo sequenziale).

 In questo modo gli alunni sono stati introdotti all’utilizzo del linguaggio visuale (“avanti”, “indietro”, “a destra”, “a sinistra”) inventando dei percorsi con punto di partenza e di arrivo, prima sul quaderno e poi con griglie sul pavimento, individualmente e in piccoli gruppi: hanno effettivamente e fisicamente impersonato il programmatore (che fornisce le istruzioni) e l’esecutore (il “robot” che le esegue).

Attraverso la piattaforma “Programma il futuro” e “Code.org”, i bambini, suddivisi in piccoli gruppi, in maniera ludica sono stati guidati ad acquisire i concetti base del linguaggio di programmazione digitale.

 

I concetti esposti precedentemente ed acquisiti dagli alunni nel primo modulo, sono stati trasferiti nel campo della robotica educativa ed hanno consentito ai piccoli inventori di costruire, per mezzo dei blocchi di Lego Wedo2.0, un vero e proprio robot ed elaborare le stringhe di programmazione per poter giocare.

Il modulo si è concluso poi con la costruzione del Tetra-Bot, piccolo robot realizzato con il riciclo di Tetrapak e altri materiali, che è stato assemblato e personalizzato a piacere con dettagli creativi.

Con la realizzazione del Tetra-bot si è voluto dar seguito alla tematica dell’Agenda 2030 obiettivo 12 sul riciclo dei rifiuti e sul riuso dei materiali, temi di grande attualità e sensibilità ed ampiamente trattati durante l’anno scolastico. 

L’approccio laboratoriale e ludico ha permesso agli alunni di lavorare in una dimensione inclusiva, comprendendo l’importanza di condividere le loro idee per il raggiungimento dell’obiettivo comune; di imparare a gestire gli errori che si sono presentati nella codifica e decodifica durante le programmazioni.

 

In questo ambiente dinamico e collaborativo si è potuto positivamente apprezzare come ogni alunno abbia trovato un giusto spazio per sperimentare la creatività, individuale e di gruppo, e per accrescere l’autonomia e la fiducia nelle proprie capacità.

 Attraverso questo progetto i bambini hanno iniziato ad affacciarsi al mondo della programmazione computazionale in maniera divertente, sviluppando capacità intellettive, relazionali, ma anche potenziando il corretto utilizzo degli indicatori spaziali: apparentemente un “gioco”, ma che, in realtà, ha già potenziato, quasi inconsciamente, la creatività ed il lavoro di gruppo e prepara i giovani inventori-programmatori a gestire, con consapevolezza, fantasia, collaborativo e spirito pionieristico, il linguaggio del mondo che ci circonda.