ISTITUTO COMPRENSIVO "Simone De Magistris"

Recanati e Leopardi

Sono le 15,00 di mercoledì 21 ottobre.
E’ una giornata soleggiata e c’è un’aria frizzante.
Siamo a Recanati, in provincia di Macerata, nella piccola piazza dove qua e là si muove qualche persona.
Aspettiamo la nostra guida, il nostro ingresso è previsto alle 15,30.
Appena entrati, Francesco, la nostra guida, ci ha spiegato che attualmente gli appartamenti al piano superiore non sono accessibili perché sono abitati dai discendenti della famiglia Leopardi, visitabile è solo la zona della biblioteca.
Dopo aver salito le scale la guida ci accompagna alla biblioteca dove Leopardi ha trascorso la sua giovinezza in uno studio “matto e disperato”. Ci ha spiegato che il padre, il conte Monaldo, utilizzò il patrimonio per comprare tutti i fascicoli che riempiono ora l’enorme biblioteca. Fu la madre Adelaide Antici a salvare il patrimonio, però non riuscì a dare quell’ affetto che una madre dovrebbe dare ai propri figli. Ci ha fatto vedere le quattro stanze della biblioteca e spiegato che, per la prima volta nella storia, fu aperta al pubblico per volere del padre Monaldo. Nelle ultime due stanze in cui Giacomo studiò, trovò al di là della finestra una ragazza carina: Teresa Fattorini che lui chiamò Silvia.

Francesco ci ha fatto notare una Bibbia poliglotta in otto lingue e in sei volumi della quale Giacomo si servì giovanissimo per apprendere la lingua greca. Il padre dava molta importanza alla curiosità e che quindi, come un muscolo, doveva essere allenata, per questo faceva studiare i figli sette giorni su sette. Infine ci ha fatto vedere una delle verifiche dei fratelli Leopardi, ci ha spiegato che a quel tempo le interrogazioni/verifiche si facevano una volta ogni sei mesi, il padre Monaldo creava dei veri e propri eventi e avanti a parenti ed amici interrogava i ragazzi.
Appena finita la visita abbiamo incontrato una guida che ci ha accompagnato in una “passeggiata culturale”…
La passeggiata per le vie di Recanati prevedeva la visita dei luoghi cari a Leopardi tra cui la piazzetta, il colle dell’Infinito, la torre antica, la casa della mamma Adelaide Antici…In ogni luogo abbiamo letto una poesia o ascoltato una piccola curiosità su Giacomo. E’ stato emozionante pensare di aver percorso la stessa strada e aver visto gli stessi luoghi del grande poeta.

Palazzo Leopardi

Chiesa di Santa Maria di Montemorello

Il colle dell’Infinito

Palazzo Antic

Museo Archeologico Nazionale delle Marche

Il 21 ottobre, noi alunni di IV e di V della primaria di Caldarola e di Belforte del Chienti, siamo andati a vedere il museo Archeologico di Ancona.
Il museo Nazionale ci mostra come nella regione si siano succedute le civiltà, dal Paleolitico all’alto Medioevo.
Le maggiori attrattive del museo sono la sezione preistorica (pietre scheggiate, orsa Bruna) e protostorica dedicata alla civiltà Picena ( X, XIII a.C.).
Di questa civiltà abbiamo potuto osservare abiti, corredi funerari, armi, scudi di bronzo, vasi, argenti e avori, gioielli d’oro e d’ambra, fibule in bronzo e oggetti di uso comune.
Dalla presenza delle armi nelle tombe maschili possiamo vedere che i Piceni erano un popolo guerriero, inoltre la guida ci ha detto che erano mercenari, che tenevano molto alla pulizia personale e che amavano circondarsi di cose belle: vasi greci, rasoi per depilarsi, accessori per l’abbellimento dei vestiti, gioielli…
Infine dai loro reperti possiamo dedurre che questo popolo era aperto ad intensi scambi commerciali e culturali.
Al museo è attivo anche un laboratorio e noi bambini abbiamo realizzato i gioielli che indossavano le donne e poi elmi, spade e kardiophylakes dei guerrieri Piceni..

Gli alunni delle classi quarte e quinte
della scuola primaria di Caldarola e
di Belforte del Chienti

Veduta del porto di Ancona	Tinture naturali per lana	Stoffe colorate con tinte naturali
Telaio	Donna Picena	Alunni avanti a San Ciriaco