Ultima modifica: 19 Giugno 2015
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Incontro con il SERMIT: una “grande famiglia”

La classe terza della Scuola Secondaria di Caldarola incontra il Sermit

Lunedì 18 maggio 2015 la nostra prof.ssa di religione ci ha presentato due ragazze volontarie del Sermit: Lucia Ottaviani ed Elisa Gentili, le quali sono intervenute durante l’ora di lezione per parlarci appunto dell’associazione SERMIT che sta per SERvizio MIssionario Tolentino; essa è stata fondata nel 1993 da Don Rino Ramaccioni e pochi altri volontari per continuare le opere di bene fatte da Maria Antonietta Bartolazzi. Il Sermit opera gratuitamente tramite i propri volontari a favore di persone in difficoltà, vicine e lontane, italiane e non.
Dal 1996 l’associazione Sermit è iscritta al Registro Regionale delle Associazione di Volontariato Sezione Socio-Assistenziale, senza scopo di lucro (onlus). La nuova sede si trova sempre a Tolentino, in viale Bruno Buozzi 121; è aperta a tutti ed opera tutt’ora in modo continuo, grazie all’aiuto dei volontari, ascoltando e intervenendo a favore delle situazioni di povertà e di disagio presenti anche nel nostro territorio (per via della crisi), dando vestiti e cibo secondo le esigenze, ma soprattutto l’associazione si impegna a portare felicità e speranza nei paesi poveri del terzo mondo. Il primo progetto ad essere stato realizzato dal Sermit è stata la costruzione di un pozzo d’acqua potabile a Kayathar nel sud dell’India, un anno dopo l’inaugurazione dell’associazione.
Il Sermit, all’estero, si occupa di adozioni a distanza, forniture di cibo e vestiti ed anche della costruzione di edifici in determinate zone, soprattutto in India, Uganda, Brasile. Dall’anno di fondazione fino ad oggi, l’associazione ha portato a termine molti progetti, tutti realizzati grazie alle offerte di coloro che hanno avuto buon cuore. Sia la realizzazione delle strutture (scuole, ospedali, ecc), sia la spedizione dei materiali hanno richiesto l’intervento di volontari italiani che si sono recati direttamente nei paesi in questione.
In particolare, le due volontarie sono venute da noi per parlarci del loro ultimo viaggio fatto in Uganda; viaggio iniziato con un po’ di apprensione, dato il rischio di Ebola in Africa. A tale scopo ci hanno fatto vedere dei video molto eloquenti. Ci hanno inoltre presentato i diversi progetti portati avanti dal Sermit e, soprattutto, si sono soffermate a descrivere le condizioni di vita delle persone che vivono nelle zone più povere del mondo. Anche se la loro permanenza in Uganda è stata di qualche settimana, sia Lucia sia Elisa sono state molto colpite dalla gente che hanno incontrato, che pur non avendo niente si accontentano di poco e sorridono sempre, soprattutto i bambini.
In Uganda le due volontarie hanno avuto la possibilità di visitare l’orfanatrofio di Kinyarugonjo, sostenuto da 25 anni dal Sermit; ci hanno spiegato come in questa struttura i bambini/e possono vivere sicuri e puliti, quando invece fuori, tutto ciò, non è garantito. Per affrontare le strade disastrate di quelle zone (soprattutto nella stagione delle piogge), l’associazione anni fa ha provveduto ad acquistare un pick-up, soprattutto per agevolare il trasporto dei bambini/e e dei ragazzi/e malati, in ospedale per le cure. Inoltre, Lucia ed Elisa ci hanno presentato il lebbrosario di Madurai, nel sud dell’India, dove si trovano circa 260 lebbrosi. A questo proposito ci è stato detto che i lebbrosi possono avere figli e non è detto che essi nascano con la lebbra. Con il contributo del Sermit sono stati inoltre realizzate altre strutture, come ospedali, scuole, pozzi per l’acqua pulita, ecc. Riguardo alle scuole bisogna dire che per questi bambini/ragazzi la scuola è molto importante perché in tal modo essi hanno la possibilità di crearsi un proprio futuro. Anche noi dovremmo prendere spunto da loro, dal momento che fanno molti sacrifici per studiare. Nella nostra vita, invece, lo studio rischia di passare in secondo piano e ci capita a volta persino di borbottare perché bisogna andare a scuola. Insomma, tutto questo ci ha fatto capire che se anche la scuola richiede un impegno costante, per noi, è comunque una grande fortuna avere la garanzia dell’istruzione.
Ognuno di noi può collaborare e sostenere il Sermit donando cibo, vestiti, giocattoli, oppure “adottando un bambino/a a distanza” nelle zone dell’India, dell’Uganda o del Brasile con una spesa di 150/160 Euro all’anno (insomma, con un minimo risparmio di 42 o 44 centesimi al giorno si può sottoscrivere un’adozione).

… alcune nostre osservazioni e riflessioni:
– “…questa esperienza mi è stata molto utile, ho capito molto cose di cui prima ne ero allo scuro. Mi sono resa conto di come vivono le persone del terzo mondo. Loro anche se sono poveri e con poco da vivere sorridono sempre. …Ho deciso che aiuterò… per far si che quelle persone possano avere una vita più serena”. (Alessia C.)
– “..ci hanno fatto vedere dei video che presentavano ragazzi che stavano in fila senza litigare per delle caramelle o per delle bolle di sapone..” (Francesco G.)
– “… abbiamo visto un video che mi ha molto impressionato, ma anche fatto molto riflettere. Per me questa visita da parte delle due ragazze del Sermit è stata molto significativa, perché ho capito quanto la gente dei paesi poveri possa desiderare una vita come la nostra, con la tecnologia a portata di mano, con il cibo, con i soldi, MA SOPRATTUTTO CON UNA FAMIGLIA. …” (Lorenzo C.)
– “… personalmente sono stata molto sorpresa dal fatto che molti bambini, ma anche ragazzi della nostra età, non avevano mai visto un cellulare, una macchina fotografica o una videocamera. Questo ci deve far riflettere perché noi ci lamentiamo spesso se non compriamo il cellulare di ultima generazione oppure se non abbiamo la Tv da molti pollici, invece i bambini che abitano in questi luoghi, al contrario, sono felici così pur giocando con una palla fatta di foglie.” (Lucrezia C.)
– “… un fatto che mi ha particolarmente sorpreso e che nel video visionato è stata evidente l’allegria e il sorriso che i bambini/ragazzi hanno ogni giorno. Nella nostra società invece si critica qualunque cosa e ci si lamenta per tutto; io penso che anche se ci si trova in un momento che non è dei migliori, bisognerebbe essere sempre più positivi e non perdere mai la speranza. …Questa esperienza mi ha fatto riflettere di più su quanto noi siamo fortunati ad avere una vita così piena di comodità e soprattutto il cibo ed acqua pulita. Penso inoltre che se anche la scuola richiede un impegno costante è per me una grande fortuna poterne usufruire ” (Melissa M.)
– “Secondo me questa associazione è affidabile perché noi possiamo vedere ciò che il Sermit realizza nel terzo mondo. Ora ho pensato di andare a portare al Sermit dei giocattoli che non uso più …” (Vittorio M.)
– “Per me è stata una bella esperienza perché non pensavo che molta gente si trovasse in quella povertà e che esistesse questa associazione che fa del bene…” (Edoardo S.)
– “…dai video ho riconosciuto quanto io fossi fortunata, perché ho visto che i paesi poveri si basano sull’essenziale; …non hanno un’istruzione, non hanno giochi e le persone rischiano la vita per malattie che da noi sono facilmente curabili.. Dopo aver visto questo io e la mia migliore amica, abbiamo detto che quando diventiamo grandi andremo ad aiutare i bambini meno fortunati …” (Teresa F. e Silvia C.)

Il logo del Sermit

Il logo del Sermit

Allunni e volontarie del Sermit durante l'incontro

Allunni e volontarie del Sermit durante l’incontro

Gli alunni della terza A durante l'incontro

Gli alunni della terza A durante l’incontro