La scuola…a casa (sez. C)
La scuola è chiusa ma le attività didattiche continuano. L’uso delle piattaforme permette agli insegnanti di incontrare i bambini, ai bambini di rivedere i propri compagni e e di fare esperienze (anche se distanti) che connettono e ci fanno sentire uniti.
LA SCUOLA…A CASA
La sospensione improvvisa e duratura delle attività scolastiche ha gettato tutti (bambini, genitori, insegnanti) in uno stato di profondo disorientamento. La percezione di una situazione di pericolo, l’impossibilità di uscire di casa, e quindi di vivere un tempo esterno alle mura domestiche, ha messo a dura prova tutti. I più fortunati hanno potuto vivere lo spazio esterno alla propria abitazione, terrazzi e giardini sono stati riscoperti, non solo per le cantate, ma anche come spazio da riscoprire per svolgere giochi tradizionali.
In questo tempo di crisi (inteso come cambiamento) la scuola ha dovuto riadattare i suoi strumenti per far sentire ai bambini che, nonostante i locali siano chiusi sia chiusa, le sue attività possono andare avanti, cercando forme nuove.
Questo è sicuramente una cosa che abbiamo imparato: la relazione non si ferma, nonostante, apparentemente, sia tutto fermo.
Stiamo vivendo un’epoca di estrema lontananza gli uni dagli altri, ma grazie ai nuovi strumenti di comunicazione abbiamo potuto sperimentare la vicinanza, la certezza delle relazioni, la continuità del tempo vissuto.
I contatti, mantenuti fin da subito, sono stati poi accompagnati da programmazione, intenzionalità e progettazione, permettendo la nascita di una proposta didattica pertinente alle esigenze dei bambini, libera, nel senso che i bambini sono partecipano secondo la loro volontà e motivazione, creativa, sia da parte degli insegnanti che hanno dovuto riprogettarsi totalmente, sia da parte dei bambini, che hanno sperimentato forme grafiche diverse per realizzare disegni, plastici, piccoli oggetti, grazie all’aiuto della famiglia.
La famiglia in questo tempo ha confermato il suo ruolo primario nella vita dei bambini e la sua preziosa collaborazione ha permesso alle insegnanti di incontrare i bambini, accettare le attività, accogliere le proposte, restituire feedback che hanno permesso un costante adeguamento e aggiornamento delle attività proposte.
I bambini di 5 anni hanno avviato la propria sperimentazione con la lettura del racconto Storia del prato verde in occasione della giornata mondiale della terra. attraverso la storia i bambini hanno potuto, attraverso la semina, sperimentare quanta cura e dedizione essa richiede. Piantare un seme è un atto di profonda fiducia, prendersene cura è amore, tempo, costanza, atteggiamenti che i bambini devono poter sperimentare perché elementi propri anche delle relazioni umane. In questo tempo in cui la relazione con l’altro è stata azzerata, prendersi cura dell’ambiente diventa un allenamento di pazienza, calma, dedizione totale, per prepararci al momento in cui potremo tornare a vivere una quotidianità insieme.
Gli esperimenti, inoltre, fanno di un bambino un piccolo scienziato che inizia a fare ipotesi, a porsi domande sul mondo, in questo processo è fondamentale il sostegno dell’adulto a queste competenze che, attraverso domande, evitando le risposte, può stimolare il sorgere di un pensiero scientifico. Sostenere il bambino, coinvolgendolo nella ricerca delle risposte, lo aiuta a sentire che il suo pensiero è importante, rafforza l’autostima e gli permette di sentirsi parte di un mondo adulto, da cui altrimenti si sentirebbe rifiutato.
Osservare che il proprio “lavoro” porta frutto aumenta il senso di autoefficacia del bambino, lo rafforza nell’autostima, è fare esperienza di indipendenza e responsabilità.
Il tratto grafico, che facciamo seguire alle esperienze, diventa momento autobiografico, di rielaborazione del vissuto e integrazione della conoscenza. La capacità di verbalizzare quanto vissuto, facendo collegamenti, integrando con la narrazione delle emozioni vissute, è un momento molto importante per il bambino, così facendo ci prendiamo cura della sua dimensione emotiva, psichica, elementi decisivi che permettono al bambino di associare emozioni positive all’esperienza di apprendimento.
Il grande decisore non è la ragione ma la parte emotiva. È infatti essa a determinare l’apertura o la chiusura difronte a determinati stimoli. Se imparo con gioia e curiosità, ricordo con gioia e curiosità. (D. Lucangeli)