Ultima modifica: 26 Giugno 2019
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Le tradizioni del territorio: L’ACQUA DI SAN GIOVANNI

Ormai al termine dell’anno scolastico 2018/2019, le insegnanti della scuola dell’infanzia di Caldarola hanno pensato di concludere le attività didattiche con un simbolo della tradizione popolare

Giunti ormai al termine dell’anno scolastico 2018/2019, le insegnanti della scuola dell’infanzia di Caldarola hanno pensato di concludere le attività didattiche con un simbolo della tradizione popolare, auspicio di purificazione, rinascita e energia. Ad ogni bambino è stato chiesto di portare petali di fiori, spighe di lavanda e di ginestra, foglie, …che sono state poi messe a macerare nell’acqua. Le bacinelle sono state esposte alla luce lunare, proprio secondo la tradizione. 

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La mattina seguente i bambini, raccolti in salone, hanno conosciuto la storia della tradizionale Acqua di San Giovanni.

Questa festa in onore di San Giovanni è da considerarsi il primo giorno di una nuova stagione e di magia, dove la natura si trova nel suo massimo vigore e splendore, dove la rinascita è forte e bisogna incanalare queste forze per non incorrere in eventi avversi, che si possono manifestare sotto forma di malattie, siccità e tempeste, e che possono rovinare i raccolti. La leggenda narra che durante questa notte il sole, rappresentato come il fuoco, si sposi con la luna, rappresentata come l’acqua, e da questa credenza nascono i riti dei falò e della rugiada, presenti nella tradizione contadina e popolare. In questa notte le piante e i fiori vengono influenzati da una particolare forza e per sfruttarle al meglio si può preparare l’acqua di San Giovanni.

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Grazie all’aiuto di mani usate come colini, i bambini hanno filtrato l’acqua.

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Nella tradizione i bambini venivano immersi interamente nell’acqua, affinché usufruissero dei benefici delle piante lasciate a macerare e ne ricavassero una pelle profumata e purificata. I bambini pertanto, a turno, hanno potuto immergere le loro mani, giocare un pò con l’acqua e lavarsi il viso con questa acqua, beneficiando degli elementi naturali che hanno agito durante la notte.

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“Negli anni della scuola dell’infanzia il bambino osserva la natura e i viventi, nel loro nascere, evolversi ed estinguersi. Osserva l’ambiente che lo circonda e coglie le diverse relazioni tra le persone; ascolta le narrazioni degli adulti, le espressioni delle loro opinioni e della loro spiritualità e fede; è testimone degli eventi e ne vede la rappresentazione attraverso i media; partecipa alle tradizioni della famiglia e della comunità di appartenenza, ma si apre al confronto con altre culture e costumi; si accorge di essere uguale e diverso nella varietà delle situazioni, di poter essere accolto o escluso, di poter accogliere o escludere.” (Indicazioni Nazionali 2012, pag 25)