Siamo tutti animali
Progetto sull’erpetofauna (rettili ed anfibi) dei Sibillini.
Durante quest’anno scolastico noi alunni delle classi IA e IC abbiamo svolto insieme al Prof. Davide Fiacchini dell’Università di Camerino il progetto ‘’Siamo tutti animali’’ sull’erpetofauna (rettili ed anfibi) dei Sibillini. Attraverso le lezioni del professore abbiamo scoperto un mondo che ci era sconosciuto, perché gli anfibi ed i rettili non sono così apprezzati come altri animali e spesso vengono considerati di serie B. In realtà essi sono esseri antichissimi e molto interessanti per i sistemi di difesa che hanno sviluppato verso l’ambiente ed i predatori. I rettili sono sauri, cioè discendenti nientemeno che dai dinosauri! Essi si dividono in rettili sauri (es. lucertole), rettili cheloni (es. tartarughe) e rettili serpenti (es. vipera). Sono animali a sangue freddo ed hanno tutti le squame, a differenza degli anfibi che presentano una pelle liscia ed umida, molto delicata. Gli anfibi, il cui nome significa ‘’dalla doppia vita’’, vivono sia in ambiente acquatico che terrestre e depongono uova mucillaginose. Alcuni di loro hanno comportamenti veramente particolari, come le rane comuni maschio che si fanno trasportare sul dorso dalle femmine al momento della riproduzione, o le testuggini (tartarughe di terra), che se non seguono una dieta vegetariana diventano aggressive. Le parole più importanti che abbiamo imparato su questi animali sono tre: autoctono, alloctono ed aposematico. Gli animali autoctoni sono quelli originari di un determinato ambiente, mentre gli alloctoni sono quelli introdotti dall’uomo; aposematica è la colorazione che gli animali assumono per allontanare i predatori. Al termine delle lezioni con il Prof. Fiacchini abbiamo svolto un lavoro di schedatura degli animali studiati ed abbiamo effettuato un’uscita a Fiastra, comune compreso nel Parco dei Sibillini. All’interno del parco sono presenti aquile reali, camosci, lupi appenninici e cinghiali; nel 2010 è stato avvistato un orso chiamato Ulisse che vi è rimasto per ben due anni. Camminando intorno alle sponde del lago, che richiama ogni anno molti visitatori, abbiamo osservato varie piante, tra cui l’elicriso, che serve per fare creme per il corpo, ed il ginepro, che è una conifera che serve da “spezia” per cucinare la carne, sono diffusi anche il trifoglio campestre ed il ginepro comune. Nelle parti più ombrose ed umide ci sono le piante igrofile, come i pioppi ed i salici, che amano stare con le radici nell’acqua. La nostra guida ci ha mostrato due vipere, il colubro, un serpente dalla testa rotonda, e la biscia del collare, che è innocua. Questo progetto ci ha fatto capire che tra gli animali e gli uomini esiste una relazione profonda, entrambi hanno infatti bisogno di rispetto e di vivere in un ambiente protetto. Tornati sui banchi di scuola abbiamo creato dei miti sugli animali che hanno colpito di più la nostra immaginazione inventando per ciascuno una spiegazione fantastica delle caratteristiche più curiose. Ve ne presentiamo alcuni con le illustrazioni di copertina di Matteo Caldarelli, Serena Cammertoni, Marco Sabbatini e Chlirim Veliu , buona lettura!
Un trucco permanente
Tanto tempo fa in un paese chiamato Ranopoli vivevano molte rane. Un giorno arrivò una nuova coppia che, per farsi conoscere, diffuse dei volantini che invitavano gli abitanti ad una gara di ballo. Tutte le rane parteciparono ma i campioni furono i nuovi arrivati. La coppia apparteneva alla specie “Rana appenninica”, detta anche “Italica”, con la caratteristica di avere gli arti posteriori che si distendevano da dietro in avanti lungo il tronco e che superavano la punta del naso. Il maschio vincitore stabilì delle regole: la prima era che i maschi, molto pigri, si dovevano far trasportare dalle femmine, la seconda che le femmine non si dovevano più truccare. La Natura, vedendo che le rane femmine si erano rassegnate alla prima imposizione ma erano molto tristi per la seconda, gli fece comparire una macchia intorno agli occhi, così che a loro sembrava di essere sempre truccate. Da allora le rane femmine nascono con una macchia intorno agli occhi.
(Cristiana Gullini)
La rana canterina
C’era una volta un re che si chiamava Mediocre e che odiava il canto. Elvis era un cantante strepitoso che viveva in quel villaggio dove era proibito cantare per ordine del re. Un giorno Elvis, dimenticandosi del divieto, andò a passeggiare nei giardini del castello cantando allegramente. Mediocre lo udì ed ordinò al mago di corte di sbarazzarsi di lui. Il mago si recò dal ragazzo dicendogli: “Devo ucciderti per ordine del re ma non ne ho il coraggio, facendoti un incantesimo però potrò salvarti!”. Elvis rispose: “ Se è il solo modo per salvarmi accetto, a patto di di essere trasformato in rana, così potrò coltivare la mia passione per il canto in santa pace!”. Il mago lo prese in parola ed Elvis diventò un rana, dando origine alle rane canterine che se ne stanno tutto il giorno a cantare.
(Matteo Caldarelli)
La luscengola ladruncola
Moltissimo tempo fa la luscengola aveva zampe lunghissime. Di giorno trascorreva una vita rispettabile, mentre di notte andava a rubare nelle tane e nei nidi degli altri animali, a Farfalla Pierina rubò uno splendido scialle di fili di seta, a Mike Scarafaggio il cibo per i suoi piccoli. Stanchi dei suoi furti gli animali si rivolsero agli dei del bosco per punirla. Gli dei arrivarono alla conclusione che la luscengola rubava perché aveva delle zampe troppo lunghe, così gliele accorciarono. Detto fatto, ora la luscengola si ritrova con delle zampine minuscole!
(Emanuela Capenti)
Farsi sentire
Viveva in uno stagno una comunità di raganelle che parlavano sempre con un filo di voce, tanto che nessuno riusciva a sentirle. Gli altri animali ritenevano le raganelle asociali ed indifferenti perché non riuscivano a comunicare con loro, finché un giorno una rana insultò una raganella maschio pensando che forse sorda. La raganella si offese a tal punto che produsse un suono che si sentì a chilometri di distanza. Da allora tutte le raganelle maschio producono questo suono.
(Alessandra Baranescu)
La creazione dell’anfibio
In un tempo lontano la Dea Madre voleva popolare gli stagni dell’Italia centrale provando a far entrare nell’acqua gli animali che aveva creato, ma questi annegarono tutti. Prendendo carta e penna fece il disegno di un nuovo animale capace di vivere sia sulla terra che nell’acqua. Mise la creatura nello stagno e questa cominciò a saltellare sia nell’acqua che sulla terra. La dea felice le diede il nome di anfibio, cioè dalla doppia vita, e prese l’animale tra le mani per coccolarlo, ma questo ben presto morì. Addolorata ricreò un nuovo essere ma non lo tenne in mano perché capì che esso respirava attraverso la pelle, così da quel giorno nacquero rane, rospi, raganelle…
(Chlirim Veliu)
Troppo sole
Tanto tempo fa una tribù di geotritoni andò in vacanza alle Hawaii. Si stavano divertendo un mondo a giocare con la sabbia e con l’acqua quando ad un tratto iniziò a bruciargli la pelle, si tuffarono quindi nel mare per trovare sollievo, ma quando si asciugarono cominciarono a stare di nuovo male. Pensarono quindi di ripararsi dai raggi del sole entrando in una grotta umida. Lì dentro si sentivano pieni di forze perché la loro pelle era tornata ad essere liscia e bagnata, così vi rimasero per sempre.
(Mattia Gabrielli)
La vittoria delle lucertole
Tanto tempo fa il popolo dei Lucertolani, che viveva nell’Africa settentrionale, venne attaccato da quello dei Roscopompi, che abitavano nell’Europa meridionale e volevano impadronirsi delle loro risorse alimentari. La guerra portò nelle terre dei Lucertolani distruzioni e malattie. Gli aggressori li assediavano impedendogli di uscire dalle loro mura. Il dio Animalhouse volle porre fine al conflitto inviando sulla Terra una pioggia di fuoco che iniziò a bruciare i prepotenti Roscopompi. I Lucertolani riuscirono a resistere perché erano in grado di sopportare la siccità ed il sole, anche quello più forte. Erano di colore verde, deponevano le uova sotto le rocce ed amavano stare tutto il giorno sui muri delle case. Da allora in poi le lucertole vissero libere e felici diffondendosi anche in Europa.
(Federico Rimatori)
La forza dell’amore
La rana comune maschio era molto cacciata perché aveva una carne prelibata. Come ogni essere vivente aveva dei sentimenti e desiderava dei girini dalla sua compagna, ma era sempre troppo stanca perché continuamente inseguita dai predatori. Un giorno, braccata e sfinita dalla corsa, saltò in groppa alla compagna, che riuscì a trasportarla in salvo nello stagno, dove finalmente si accoppiarono. Ancora oggi la rana maschio viene trasportata dalla femmina e da questa prova d’amore continuano a nascere tanti girini.
(Alessandro Carassai)
L’intelligenza della sopravvivenza
Al tempo dei dinosauri le lucertole erano lente a correre e non avevano nessun sistema di difesa, inoltre essendo animali a sangue freddo si esponevano sempre al sole ed avevano le tane in superficie, molto facili da scovare. Le lucertole più sagge, riconoscibili dalla coda più lunga, si riunirono per trovare una strategia per sfuggire ai predatori. Decisero di allungarsi il dito medio, che avevano molto robusto, e di farsi crescere le unghie per potersi meglio aggrappare sugli alberi e graffiare i predatori. L’idea venne messa in atto dalle lucertole più coraggiose, che attirarono l’attenzione del nemico. L’animale le afferrò e le lanciò in aria, ma le lucertole lo graffiarono sul muso mettendolo in fuga. Poi le lucertole si arrampicarono su un albero e lì restarono a lungo per testare la resistenza dei loro artigli: anche questa volta la prova fu superata a pieni voti! Da allora le lucertole hanno imparato a difendersi.
(Marco Sabbatini)