Pronti, partenza, via!
Dopo la pausa estiva, anche quest’anno la scuola ha riaperto le porte ai bambini e alle bambine che con coraggio hanno varcato la soglia della porta, andando incontro ad un percorso di crescita, autonomia, costellato dalla nascita di nuove relazioni.
Dopo la pausa estiva, anche quest’anno la scuola ha riaperto le porte ai bambini e alle bambine che con coraggio ne hanno varcato la soglia, andando incontro ad un percorso di crescita, autonomia, costellato dalla nascita di nuove relazioni.
I volti dei bambini e delle bambine, che per la prima volta si sono affacciati all’uscio, erano curiosi ed entusiasti.
Qualche lacrima ovviamente è comparsa, ma ha trovato consolazione tra le braccia delle maestre, in un gioco condiviso, nel sorriso di un compagno.
Spesso come genitori siamo spaventati se il bambino non riuscirà a trovare volti conosciuti, sottovalutando a volte le risorse dei bambini e delle bambine, il cui interesse principale è giocare, sperimentare. Le persone con cui farlo possono essere note, ma di certo i bambini e le bambine, che sono grandi maestri, non si fanno problemi, tessendo nuove relazioni con facilità.
Insegnandoci che le pre-occupazioni creano barriere e limitazioni, mentre la vita è adesso, va vissuta nel momento in cui si svolge. E il gioco rappresenta una grande strumento di esplorazione, conoscenza e distensione delle tensioni.
La scuola dell’infanzia diventa allora occasione per creare nuovi legami, andando oltre ciò che abbiamo conosciuto e sperimentato fino ad ora. Senza paura. I bambini e le bambine non ce l’hanno.
E quando invece la dimostrano? Spesso le paure dei bambini e delle bambine sono espressione delle nostre ansie, delle nostre pre-occupazioni, ovvero che ci occupiamo prima di vedere se serve; questo però trasforma le loro andature, facendole timorose, caute.
Se i genitori si sentono tranquilli rispetto alle esperienze che il bambino può fare, fiduciosi negli adulti a cui affidano i propri figli, i bambini e le bambine si muovono con coraggio, sicurezza.
Il mondo appartiene a loro.
Lo spazio all’aperto è sempre un’occasione per instaurare nuovi legami ma è lo spazio interno, più contenuto e silenzioso, a donare ai bambini serenità e calma. L’ambiente strutturato permette all’animo di acquietarsi, di focalizzare l’attenzione su qualcosa che piace e di sperimentarsi in attività. Quando lo stato emotivo è nostalgico e ci si trova smarriti, poter creare attraverso le mani consente ai bambini di placare la loro agitazione, di concentrarsi sul tempo che vivono.
La creazione attraverso la mano diventa competenza manuale, coordinazione oculo-manuale, esercizio dell’attenzione, scoperta dei materiali, del proprio potenziale creativo e creazione di piccoli tesori da portare a casa.
Attraverso le attività grafico pittoriche le emozioni acquistano un colore, prendono una forma, diventano espressione di se stessi, quali esseri unici in questo mondo. Queste semplici attività costruiscono appartenenza al luogo, relazioni tra le persone, rendono significativa l’esperienza.
La riflessione della prof.ssa Paola Nicolini sull’inizio della scuola, che condividiamo con l’augurio di un buon anno scolastico:
E quando ti diranno che andare a #scuola è faticoso e bisogna andarci con onore e abituarsi alla disciplina, che ci vuole coraggio e determinazione per vincere le difficoltà, tu rispondi che l’origine della parola scuola è latina (schola) e deriva a sua volta dal greco σχολή (scholè) che, sorprendentemente, significa ozio, riposo.
Con buona pace di quanti pensano che a scuola si debba soffrire per apprendere, la scuola è (o dovrebbe essere), invece, il tempo in cui ci si riposa dalle fatiche della vita quotidiana per dedicarsi allo studio e al ragionamento.
Studiare e ragionare sono attività impegnative, ma mai debbono costituire uno sforzo. Dovrebbero cadere all’interno di quell’area in cui si può percepire il benessere che sprigiona la comprensione più profonda e articolata di sé e del mondo, generando curiosità e attivando il gusto di farsi nuove domande.
Buon anno scolastico a tutti gli studenti e le studentesse che oggi tornano nei luoghi dove si sta bene e ci si diverte imparando.