Stare insieme è un dono
Rientrare a scuola. Ritrovare una normalità in un anno straordinario. Riflessioni a 15 giorni dalla riapertura delle scuole.
Stare insieme è un dono
Sono ormai trascorse due settimane dal rientro a scuola. Come insegnanti eravamo preoccupate.
L’obbligo di un distanziamento, necessario ma non naturale in bambini piccoli, la necessità di usare dispositivi di protezione come le mascherine: “che effetto avrebbero avuto nei bambini?”. I primi giorni sono stati quindi impegnativi per preparare gli ambienti, ma ciò che più ci preoccupava era l’ingresso dei bambini dei 3 anni poiché quest’anno non si poteva prevedere un classico inserimento graduale, accompagnati dai genitori. La preoccupazione era generale: genitori e insegnanti si preparavano ad affrontare un nuovo anno scolastico straordinario, poiché usciva totalmente dal modo ordinario di fare e di pensare la scuola.
La risposta che abbiamo ricevuto dai bambini è stata anch’essa straordinaria.
Rispetto all’inserimento dei bambini di 3 anni abbiamo osservato come l’impossibilità per i genitori di accompagnare il proprio bambino all’interno della scuola, abbia messo il bambino nelle condizioni di trovare fin da subito negli insegnanti figure di riferimento, il coraggio di adattarsi al nuovo ambiente e alla nuova routine, direzionando la propria attenzione non tanto al genitore che se ne stava andando ma alla vita che si manifestava all’interno della scuola. Ovviamente non sono mancati e non mancano episodi di tristezza, ma come insegnanti dobbiamo constatare che i bambini in pochi giorni stanno vivendo un buon tempo scuola, costruiscono le prime relazioni amicali, iniziano a fare le prime esperienze ricche di significato per se e per i compagni.
Il gioco è il lavoro del bambino. M.Montessori
Rispetto ai bambini che frequentavano già la scuola è stato un bellissimo ritorno in un ambiente conosciuto, pensato, desiderato. Abbiamo ritrovato bambini maturati che sono tornati a scuola con una gran voglia di stare insieme. Hanno saputo cogliere lo spirito rispettoso di un nuovo stare insieme, una distanza fisica che però non corrisponde ad uno stare lontani nel pensiero, nei giochi, nella possibilità di ridere e divertirsi: li abbiamo visti impegnati nella costruzione di un gioco, nella lettura di un libro, mettere in scena storie di vita quotidiana vissute dai bambini e dalle loro famiglie.
Per il rientro, che spesso è stato pensato più come limite, regole, che come opportunità, le insegnanti, insieme, hanno condiviso un senso di questa esperienza, in modo che il motto sposato dalla scuola “Ognuno protegge tutti” fosse reale, e occasione di esperienza di cura per gli altri. Nel condividere le nuove norme di sicurezza dello stare insieme i bambini hanno assunto con grande responsabilità il loro compito di sistemare le aule, mettere in ordine i giochi, che non ha solo valore in questo tempo di pandemia ma ha un valore personale di crescita, di prendersi cura del proprio luogo, andando a sviluppare un senso di legame non solo con le persone ma anche con gli ambienti in cui quelle relazioni si fanno.
Il bambino è un corpo che cresce e un’anima che si svolge M.Montessori
Come insegnanti viviamo la condizione privilegiata di poter assistere al trasformarsi della vita, possiamo partecipare alla crescita del bambino, che non è solo fisica ma anche cognitiva, spirituale. Osservare la complessità dei processi cognitivi, influenzati dalle esperienze vissute dal bambino: a scuola, in famiglia e riproposte sotto forma di gioco, disegni, storie inventate, ci permette di operare un lavoro di integrazione tra “dentro” e “fuori” con un costante movimento in cui l’uno influenza l’altro. Sarà un anno nuovo, complesso, ma tutta la vita che ci scorre attraverso ci infonde una grande energia e motivazione, soprattutto ci fa sempre trovare il modo o la strategia per trasformare in opportunità ciò che apparentemente è solo limitazione.
Insegnare i dettagli significa portare confusione. Stabilire i rapporti tra le cose significa dare conoscenza.
M.Montessori.